“Operazione secchiello stop”, educhiamo i bambini a non giocare con gli animali marini
Da qui parte l’iniziativa «secchiello stop», promossa da Lions club di Diano Marina supportato da biologi e ambientalisti. Spiega la biologa Monica Previati: «Tutti, quando eravamo piccoli abbiamo preso un granchio con il retino oppure staccato una patella dal suo scoglio o sotterrato una medusa pensando fosse stata proprio quella ad averci punto. Lo abbiamo fatto noi e ora lo facciamo fare ai nostri figli, pensando che sia divertente per loro e che, soprattutto, non abbia conseguenze sull’ambiente. Invece ci sbagliamo; questo nostro comportamento ha conseguenze molto gravi ed è principalmente una questione di numeri. Proviamo a fare qualche esempio. Patella ferruginea è un mollusco, a oggi il principale invertebrato marino a rischio di estinzione e per questo uno dei più protetti dalla legislazione comunitaria e internazionale. La sua sfortuna è stata quella di essere la più grande patella del Mediterraneo, con un diametro che può arrivare fino a 8 cm e per questo raccolta indiscriminata a scopo alimentare, collezionistico o come esca per la pesca. Il prelievo degli individui più grandi, che sono femmine adulte sulla cui conchiglia di frequente vivono i piccoli (che quindi vengono uccisi con la raccolta della madre), ha aggravato drammaticamente i risultati negativi di una raccolta eccessiva e incontrollata. Ma gli esempi sono molti altri: dal dattero di mare ai cavallucci marini, tutti animali un tempo comuni e oggi a rischio di estinzione perché commestibili o semplicemente perché belli da collezionare. Il problema sta quindi nei numeri: se tutti i bambini e i ragazzi e gli adulti, che ogni estate trascorrono le vacanze lungo le coste italiane, prendessero anche solo un piccolo animale al giorno, centinaia di migliaia di esemplari verrebbero uccisi per niente, solo per poter far trascorrere mezz’ora di gioco ai nostri figli e di relax a noi. Prendere un granchio o una stella marina (quando si trovano) e metterli nel secchiello equivale a una loro morte certa».
«Questa campagna – spiega Giovanna Giordano, presidente del Lions Diano Marina e promotrice dell’iniziativa – non è solo un modo per sensibilizzarci nei confronti dell’ambiente marino. Certamente dobbiamo imparare che un granchio o una patella hanno la stessa utilità e dignità di una farfalla o di un uccellino: non permetteremmo mai ai nostri figli di giocare con una farfalla per poi lasciarla morire dentro ad una scatola, né faremmo fare una fine così atroce a una lucertola o ad un uccellino. Dobbiamo quindi portare per il mare almeno lo stesso rispetto che portiamo per la terra». «Dobbiamo ricordarci – prosegue il presidente – che viviamo sul pianeta mare perché il mare occupa più del 75% della superficie terreste ed è al mare che dobbiamo il nostro clima, parte del nostro cibo e gran parte della biodiversità che ha reso questo nostro pianeta vivibile. Infine, la campagna ha l’obiettivo di insegnarci il rispetto, a tutto tondo, partendo dai piccoli animali del mare per finire a noi stessi, all’umanità e alla sua bio diversità. Ed è proprio il rispetto lo scopo della campagna ma anche delle attività di tutti i club Lions nel mondo».
Alla pericolosa e sterile raccolta con i secchielli, esistono però alternative molto più divertenti ed educative. Basta provare a fare come gli studiosi cento anni fa o prima: una passeggiata sulla spiaggia per vedere che cosa il mare restituisce. A parte i pezzi di plastica, si possono trovare ancora conchiglie, gusci di riccio, alghe e anche le foglie della Posidonia oceanica e alla quale dobbiamo una gran parte dell’ossigeno disciolto nel mare. Se poi ci si avvicina agli scogli si possono vedere granchi, patelle, chiocciole di mare vive, che si muovono e si spostano alla ricerca di cibo e spesso piccoli gamberetti e pesci, magari anche una stella marina o un pomodoro di mare nascosti negli anfratti. E per i figli un po’ più grandi, invece, si può usare la maschera e guardare gli animali nel loro ambiente naturale. Solo così sarà possibile vederne le interazioni e i reali comportamenti, quelli che si perdono quando li catturiamo e li buttiamo dentro ad un secchiello dove l’acqua si è già surriscaldata, l’ossigeno è già diminuito e l’animale impaurito non sopravviverà».
Fonte: www.lastampa.it – articolo di Giulio Geluardi